Il blocco di covata è un metodo di lotta meccanica alla varroa, Varroa destructor. Non elimina interamente la varroa, ma controlla la popolazione di modo che non sia letale per la famiglia.
Il blocco di covata si può fare in vari momenti dell’anno, bisogna però programmarsi in base ai lavori apicoli perchè per almeno 24 giorni non c’è ricambio di api e la famiglia si indebolisce. Noi abbiamo fatto il blocco di covata in agosto, finite le fioriture più importanti e dopo aver tolto i melari. La famiglia si indebolisce in un momento in cui si sta preparando per andare in inverno, ma è molto più importante tenere controllata la varroa in quanto altrimenti in poco tempo può portare alla morte dell’intera famiglia.
Il metodo del blocco di covata che utilizziamo noi (nelle foto) consiste nella costruzione di un telaino fatto di compensato da una parte e con una rete a maglia dura dall’altra, che può essere aperta e chiusa facilmente. All’interno si lascia un foglio cereo e si pone la regina confinandola in quest’unico favo. La rete utilizzata ha una misura tale per cui la regina non può oltrepassarla mentre le altre api si, si chiama infatti “escludi regina”. La regina viene quindi chiusa nel cosi detto “favo trappola”, per un periodo di 24 giorni, il periodo completo di sfarfallamento (di modo da comprendere anche i fuchi che si sviluppano in 24 giorni). In questo modo la regina depone le uova in questo unico favo e la varroa, che si sviluppa sulla covata, viene concentrata in quell’unico telaino. In questo modo si “raccoglie” tutta la varroa in quell’unico telaino
portandola via terminato il blocco (vedi 5° foto) , diminuendo la popolazione di varroa ed evitando che le api sane vengano parassitate.
Al 24° giorno si libera quindi la regina e viene dato il “gocciolato di acido ossalico”, un metodo biologico associato al blocco di covata, per diminuire la % di presenza della varroa, aumentando l’efficacia della lotta biologica e ottenendo una pulizia il più efficace possibile.
Altre informazioni tecniche su diversi metodi di blocco di covata le puoi trovare anche nel sito della FAI (Federazione Apicoltori Italiani)
Alcune considerazioni interessanti sull’acido ossalico le puoi trovare sul sito “apicoltura 2000”.
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Ciao, lo scorso anno ho sentito parlare di questa pratica e ho provato ad utilizzarla, devo dire che non mi sono trovato male, ho avuto qualche cella reale che mi ha creato qualche problema di sciamatura, ma nel complesso è andata decentemente. Ho notato però una certa difficolta delle api nel costruire il foglio cereo nel telaio da blocco, probabilmente a causa della scarsa bottinatura, qualcuno consiglia questo tipo di blocco in un favo già costruito ma credo che lo spazio tra il favo e l’escludiregina, sia insufficente a far circolare api e regina.
Vi chiedo pertanto qualche consiglio su come ovviare alla scarsa costruzione del foglio cereo e come incollare il foglio sulla masonite,
Grazie Mario Petrella
Ciao Mario. Effettivamente è giusto quello che scrivi, se c’è poca importazione difficilmente riescono a costruire il foglio cereo. Non ci sono soluzioni reali, in ogni caso la regina è confinata in uno spazio più ampio rispetto alle gabbiette e il vantaggio è che in questo modo non si agita troppo e quindi non dovrebbe rischiare di essere uccisa.
Per incollare il foglio cereo noi usiamo vinavil diluito passato con un rullo di modo che rimanga adeso a tutta la superficie, così non si creano vuoti dietro, tra foglio e masonite, dove api e regina possano nascondersi e rendere più difficile il lavoro all’apertura.
Altrimenti su un favo vecchio costruito, che in ogni caso andrebbe sostituito, si può ingabbiare la regina con delle gabbie a rete come puoi vedere in questo video https://www.youtube.com/watch?v=ToXxZcQT6fs Se hai tanti alveari però hai tanto materiale da spostare!
Grazie e buon lavoro
Effettivamente è giusto!